giovedì 4 ottobre 2012
dalle ore 22.30
X- Mesc' presenta...
KABARèT POPULàR
Una compilescion di omaggi alla cultura POPolare del Mediterraneo e ai suoi protagonisti,
i viandanti, in bilico tra resistenza e abbandono.
Con:
Krish, Chaz, Dovid, una tastiera LEM con l'accompagnamento, alcune chitarre, alcuni tamburi, una trompa e un trompone, un mesclavan.
Nel primo fine-settimana di ottobre, una mini-pattuglia del collettivo Mescla parte dalle terre roventi della Campania verso la Toscana, per un giro di voce che avrà, come sempre, la musica come pretesto per partire, e ascoltare e raccontare storie.
Dopo un'intera stagione estiva tragicamente ma opportunamente ferma, a delineare e ricordarci la linea gotica che spesso separa le idee con cui ci mettemmo in viaggio a inizio millennio, e il mestiere, che ci ha confuso i passi e quelle idee.
Una partenza per ricordare chi sei e come ti chiami, perché ti trovi a questa età a viaggiare e darti in pasto con uno strumento in mano, senza Sky né certezze sul domani.
Suoneremo al Kiosko di Viareggio, alla Bodeguita di Livorno, e a Firenze, dalla famiglia della Cité, sempre pronta a ospitare viaggiatori e mettersi in viaggio, sorelle e fratelli che creano trame di reti ovunque si spostino.
La parola d'ordine che ci accompagnerà durante il viaggio, partorita tra caffè che scendono nella macchinetta napoletana e discorsi fra resistenza e abbandono, e che speriamo ci guidi e ci protegga dalle multe di poliziotti che mal sopportano i nostri sorrisi cazzoni e il nostro ''stupido'' adesivo No Tav dietro al mesclavan, sarà 31 Salvatutti.
31 Salvatutti come alternativa all'Asso Pigliatutto, di gran moda oggi, nel tempo dell'accaparro, del non rendere grazie e giustizia né a cielo e terra né a compagni e maestri; del non riconoscere nei discorsi e nei fatti chi ti ha insegnato cosa, chi ti zappa la terra da secoli perché tu possa vendere frutti oggi: i silenziosi, gli ''ignoranti'', i deboli.
Racconteremo da dove vengono le canzoni che cantiamo, da chi le abbiamo imparate, che siano una poesia calabrese che venga dal cumpare Massimo Ferrante, o un'antica canzone turca uscita dal canto di Bengi Oya in una mattina di Agosto a Cuma.
Sarà un'occasione per raccontare altre vite e altri cammini, che si sono incrociati al nostro camminare; e per pensare, grazie ai benefici dovuti al naturale ''sconfort'' che viene dallo stare in viaggio, vie d'uscita differenti alle disastrose conseguenze prodotte da questa dichiarazione di crisi: l'ognunopersé, le cadute nell'I-Phone e la conseguente I- Lifestyle predominante, le migliaia di tasche vuote contro le decine di barche di lusso che affollano, al contrario di appena una decina d'anni fa, i nostri porti. La corsa ai centri commerciali di chi non può più sognare di vendere una vita per acquistare un appartamento in periferia.
E ancora, il lavoro che ci lamentiamo che non c'è, mentre lasciamo scomparire decine di lavori tradizionali, la famiglia che muore mentre affidiamo i nostri bambini a scuole inconsapevoli e televisori, e i nonni alla solitudine, e quindi alla televisione, pure.
Saranno gli stessi giorni dell'incontro nazionale di Genuino Clandestino, al quale parteciperanno i compagni di Ragnatela, esperimento di mercato di auto-produttori agricoli e di artigianato in rete, giunto ormai al quarto anno, e nato da una scintilla iniziale, proprio a fine Ottobre del 2008 a casacuma, la nostra piccola Mompracem flegrea.
Sappiamo che Ragnatela sta vivendo un momento di crisi e discussione, e ci auguriamo che all'interno del cerchio, oltre all'interessante dibattito che riguarda la provenienza delle uova e della farina, i prodotti Coop e i solfiti nel vino, si possa finalmente avviare una trasformazione verso quello che fu il primo obiettivo alla nascita: la creazione di un meccanismo comune di solidarietà e soccorso tra i vari partecipanti, un pensare e agire politico che difenda ogni singolo produttore dagli attacchi della società dei mercati, dove l'alleanza tra politici, agenzie di riscossione del credito, banche, intermediatori immobiliari, imprenditori e costruttori ha già rubato i centri storici delle città e dei paesi più appetibili, e si prepara a sferrare l'attacco a quelli che saranno gli obiettivi dei prossimi anni, cioè le terre, soprattutto se ricche d'acqua, demaniali (cioè che appartengono a tutti noi) e di piccoli contadini che non riescono a stare ai ritmi e alle regole del Grande Mercato.
Sabato ragnatela sarà alla Torchiera, la casa degli Ottoni a Scoppio, dove 10 anni e qualche mese fa ci fermammo per il giro pre- Genova, intrapreso per decidere che fare, e dal quale tornammo decisi a non partecipare al G8 come gruppo, viste le tendenze centripede di tute bianche e tute rossoblù, decise a scannarsi per un alluce in zonarossa.
Come puntualmente accadde.
Gli chiederemo di portare il nostro saluto a quel bel posto, sperando di poter avere di nuovo a Cuma, una banda immensa che suona l'Internazionale nei 30 metriquadri della cucina, e di poter parlare di giardinaggio e progetti di santa illegalità.
Noi approfitteremo di questi pochi giorni per conoscere nuove persone nelle loro tane, e invitarle nella nostra, e come sempre torneremo con molte risposte alle nostre domande, risposte che come sempre ci saranno date ancora prima che domandiamo.
Di sicuro, al ritorno, avremo tanto da raccontarci.
Gettato velocemente, sgrammaticato e un po' incompiuto tra analisi grammaticali e intonacature, ma sempre c'o core, dalle colline delle Toraglie.
Davide
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